Guerra di talenti nella ristorazione: come affrontarla?

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(Ri)partire dalla conquista dei talenti, non c’è scampo!

Con la ripresa dell’attività dopo due anni difficili di pandemia, gli chef, professionisti nel settore della ristorazione, devono affrontare un nuovo ostacolo: quello della carenza di personale. La crisi provocata dal Covid-19 ha avuto profonde conseguenze sul mercato del lavoro e molti settori sono alla ricerca dei “talenti” perduti in tanti mesi di inattività imposta.

Qual è la portata di questa sfida? Come rimediare e trovare il team che saprà supportare ogni giorno?

Mancanza di talenti o solo di motivazioni?

La ristorazione è un’attività impegnativa. Nessuno può negarlo!

Anche prima dell’arrivo del Covid-19, le difficoltà di reclutamento in questo ambito erano enormi. La pandemia ha reso ancora più fragile il settore che ha dovuto lottare per sopravvivere! Con le riaperture, è stato necessario ritrovare i collaboratori perduti, non senza grosse difficoltà, del resto, considerato che il personale sembra, semplicemente, essersi volatilizzato...

Nel 2022, FOREM ha identificato 141 attività in cui mancava personale, di cui un terzo nell’industria alberghiera: baristi, cuochi, camerieri, personale di sala… La lista è lunga.  Il settore alberghiero ha perso, fin dal primo anno, tra la fine del 2019 e la fine del 2020, 34.000 posti di lavoro e attualmente non riesce a trovare i lavoratori che li occupavano.  

Dove sono finiti i talenti del settore?

Perché questa carenza di candidati, quando la crisi sembra ormai superata e la domanda di personale è di nuovo forte? La pandemia ha lasciato il segno. 

  • Le frequenti chiusure e riaperture di locali hanno dato alle persone in cerca di lavoro l’immagine di un settore instabile.  
  • I dipendenti, costretti a lasciare il lavoro durante la crisi, si sono riconvertiti in nuove attività che offrono loro orari che permettono un migliore equilibrio tra vita familiare e professionale.  
  • I giovani hanno ripreso gli studi, hanno trovato un altro impiego o si sono lanciati sul mercato del lavoro come liberi professionisti. 
  • Gli studenti, nel periodo estivo, hanno trovato posti di lavoro meglio retribuiti con orari meno impegnativi. 

La pandemia ha messo in luce le difficoltà del lavoro nella ristorazione e, come in altri settori, ha portato i dipendenti a cercare attività meno impegnative o, soprattutto per i più giovani, maggiormente qualificanti.  

E come fare per attirare di nuovo i lavoratori? 

La “guerra dei talenti” non significa solo attirare personale con voglia di lavorare, ma anche trattenere e fidelizzare il personale esistente. La pandemia ha contribuito a modificare le aspettative dei dipendenti nei confronti del loro impiego. Va dimenticata la gestione alla vecchia maniera per evitare gli ostacoli al reclutamento.  

Lo stipendio, il punto focale della guerra?

Lo stipendio offerto è in linea con le esigenze, legate agli orari ed all’impegno fisico per cui si assume personale? Gli stipendi troppo bassi rappresentano spesso uno dei fattori chiave per spiegare l’immagine sfavorevole del settore. Se le finanze aziendali, messe a dura prova dalla crisi legata al Covid-19, non permettono di proporre aumenti di stipendio significativi, forse si potrebbero proporre altri vantaggi, come partecipazioni agli utili, giorni di ferie aggiuntivi o indennità per il lavoro del fine settimana e dei giorni festivi? 

Gli orari: conciliare vita professionale e vita personale

Ammettiamolo, tutti sanno che il settore della ristorazione richiede orari di lavoro lunghi e spesso poco attraenti. Questo è uno degli aspetti su cui intervenire se si vuole rafforzare l’immagine del settore. Lavorare durante il concitato orario del pranzo, per poi tornare a casa solo per un paio d’ore e rientrare per lavorare fino a tarda notte per il servizio serale... specialmente quando le ore di punta sono stressanti sia fisicamente sia mentalmente, questo ritmo potrebbe essere difficile da sostenere per lunghi periodi.  

Un modo per risolvere il problema è prevedere rotazioni frequenti, in modo da concedere al personale qualche fine settimana libero dal lavoro, maggiore flessibilità per le proprie commissioni personali durante l’orario di apertura dell'ufficio ma fondamentalmente periodi di lavoro meno stressanti. Questo tipo di flessibilità è una delle richieste più comuni, soprattutto tra i giovani, ma anche tra coloro che hanno figli.  

Il management: coinvolgere i dipendenti!

L’organizzazione del lavoro fondata su una gerarchia rigorosa che prevede la discesa degli ordini dall’alto è totalmente rimessa in discussione dalle giovani generazioni, tanto che molte imprese hanno adottato uno stile di gestione maggiormente partecipativo.

Per rispondere alle esigenze di realizzazione di sé espresse dai dipendenti si rende fondamentale l’ascolto. É importante dimostrare ai collaboratori che i loro suggerimenti o problemi sono considerati. Organizzare, se possibile, riunioni di gruppo. Solo così sarà possibile rafforzare la coesione del team, creando un clima di fiducia che possa anche consentire di scoprire i talenti nascosti di alcune persone. In questo modo, il turnover sarà decisamente migliore: questo aspetto è una vera piaga per il buon funzionamento del ristorante.

La tecnologia: una leva per la produttività 

Adottare un software di cassa o gli ordini tramite codici QR renderà la vita dello staff e dei clienti molto più facile. Spesso questi strumenti permettono di gestire gli ordini, le prenotazioni e anche le eventuali consegne a domicilio. Aggiungono anche un tocco in più all’immagine di struttura moderna e dinamica, che può attirare personale in cerca di occupazione o clienti sensibili alle nuove tecnologie.

Reclutamento: essere trasparenti!

Sono finiti i tempi in cui la pila di CV si accumulava negli uffici e il colloquio classico, sulla base di uno specifico diploma, costituiva la parte essenziale del processo di reclutamento. Ora bisogna andare a cercare i candidati! La qualità dell’annuncio e dove viene pubblicato sono molto importanti.

  • L’offerta di assunzione: l’annuncio deve essere accattivante e chiaro. Presentare la struttura evidenziando i vantaggi di lavorare lì (numero di coperti, posizione di spicco nelle guide, articoli di stampa, ecc.). Quando si parla della propria struttura ai possibili candidati, usare il plurale, ossia “noi”. Descrivere chiaramente il ruolo che si dovrà occupare e le aspettative attese. Se possibile, parlare anche della possibilità di fare carriera. Questo permette ai candidati di proiettarsi a medio/lungo termine.
  • La piattaforma di reclutamento: una volta che l’annuncio è pronto, non resta che sapere dove pubblicarlo così che possa raggiungere il maggior numero di candidati qualificati e competenti. Ci sono diverse opzioni da considerare:
  • Comunicazione interna: fare circolare l’offerta tra il proprio staff, coinvolgendo direttamente i membri del team nella ricerca di un nuovo collaboratore!
  • Agenzia di reclutamento: rivolgersi ad agenzie specializzate o pubblicare su piattaforme dedicate di settore.
  • Partnership: organizzare collaborazioni ed eventi con le scuole alberghiere e di cucina. Sarà così più semplice assumere tirocinanti o giovani laureati già formati.
  • Social network: oltre a condividere gli annunci su piattaforme “classiche” come Instagram o Facebook, LinkedIn ha una funzione dedicata al reclutamento. Grazie a LinkedIn, è possibile creare un collegamento diretto con le reti professionali che spesso sono sottoutilizzate. Questa rete diventa quindi uno spazio di reclutamento per i gestori dei ristoranti. 
  • Intervistatore: massima onestà! Si tratta di individuare tra i candidati quelli che hanno le competenze per l’incarico proposto e non più solo il diploma adatto. Simulare una situazione che permetta di confrontare il candidato con la realtà in campo. Sarà possibile (addirittura con lo staff) osservare direttamente le capacità reali del candidato. Nel caso in cui il test non vada bene, si evitano profonde delusione e dimissioni troppo veloci, dovendo poi ricominciare da capo.

Infine è essenziale condividere la propria passione e vendersi bene!

Se molti settori attualmente devono far fronte a una penuria di personale, la ristorazione, già colpita da due anni di pandemia, è particolarmente in crisi a livello di reclutamento. Le professioni nella ristorazione sono esigenti in termini di orari e di competenze. Dimostrare adattabilità e creatività è una necessità per attirare di nuovo le persone di cui si ha bisogno, i cosiddetti “talenti”. Rendere il settore attraente per condividerne tutto l’interesse è la sfida e, perché no, l’opportunità del momento anche a livello di rapporti!

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