Vendite da asporto: consigli imprescindibili di cui non è più possibile fare a meno

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Dopo la pandemia di Covid-19, la vendita di piatti da asporto non è più riservata solo ai fast food, ai chioschi per la vendita di patatine e alle pizzerie. La crescita e la moltiplicazione dei servizi di consegna a domicilio, stimolati dalle restrizioni legate alle misure sanitarie, hanno trasformato definitivamente il lavoro del ristoratore (birrerie, ristoranti tradizionali...). La fine del lockdown non ha messo fine alla mania per la consegna a domicilio. La consegna di cibo a domicilio è ben radicata ormai nelle abitudini degli italiani.

Ora è il momento di agire e non limitarsi a pensare se ne vale o meno la pena. Ma le trasformazioni da introdurre, i costi e la riorganizzazione che potrebbe comportare sono ancora un problema? Ecco 7 consigli su cui riflettere per poter prendere una decisione informata. Buona lettura!

Consiglio 1: scegliere l’opzione che meglio si adatta al proprio locale

Ask & Collect

La modalità Ask & Collect è relativamente semplice e facile da configurare. Il cliente si presenta al banco, ordina, paga e poi aspetta sul posto fino a quando il suo ordine non è pronto. È un po’ come un drive-through.

Call & Collect

Per quanto riguarda Call & Collect, il cliente telefona e ritira il suo ordine all’ora indicata e poi lo paga direttamente sul posto.

Questi due sistemi, Ask & Collect e Call & Collect, sono relativamente semplici ma si notano già gli allestimenti necessari per proporli: ad esempio uno spazio di accoglienza e attesa dedicato, un packaging adatto e una persona che si occuperà di rispondere al telefono, dell’accoglienza e della trasmissione dell’ordine in cucina.

Click & Collect

Click & Collect va per la maggiore. È la modalità preferita nella nostra società iper (e sempre più) connessa. Questo sistema presuppone che si possieda un sito web o applicazione o che si sia presenti su una piattaforma dedicata agli ordini Click & Collect. L’ordine verrà effettuato online e il pagamento direttamente tramite l’interfaccia digitale o in loco, al momento del ritiro. Una flessibilità apprezzata, vero? 

Non dimenticare: l’ordine online riduce il numero di chiamate, lo stress per il personale nei momenti di punta e i potenziali errori durante la ricezione dell’ordine. Per ordinare, i clienti hanno inoltre la scelta di utilizzare direttamente il sito aziendale o un social network. Se i clienti non conoscono il ristorante, possono anche accedere al sito o all’app preferita per scoprirlo e per visionare il menu disponibile. In questo modo si guadagna visibilità! 

Consiglio 2: consegna (o meno) a domicilio

Insieme al take-away, nella ristorazione le consegna a domicilio sono in continua crescita nonostante la riapertura dei ristoranti. 

Il ristoratore tentato da questa opzione si trova a dover scegliere: consegnare direttamente gli ordini o utilizzare un’azienda specializzata come DeliverooUberEats o JustEat che si occupa dell’aspetto logistico in cambio di una commissione che varia intorno al 30% del prezzo dell’ordine? Difficile scegliere?

La prima soluzione richiede l’utilizzo di fattorini, veicoli e attrezzature per mantenere e consegnare i piatti caldi e intatti. Consente un migliore controllo della qualità della consegna ma si dovranno pagare uno o diversi stipendi in più, così come i costi di trasporto, benzina, materiale isotermico ecc.

La seconda soluzione consente di non occuparsi di diversi aspetti dell’organizzazione. Inoltre, le piattaforme specializzate garantiscono visibilità sul loro sito, ma la commissione imposta su ogni pasto consegnato può essere significativa. 

E, naturalmente, si può decidere di non prevedere alcun tipo di consegna. Molti consumatori rimangono fedeli all’idea di spostarsi per andare a ritirare i pasti. Continuano ad apprezzare il contatto con il ristoratore e si fidano di più di lui, soprattutto se si trova nelle immediate vicinanze. Cercano non tanto solo il contatto umano quanto piuttosto l’esperienza!

restaurant take-away packaging delivery online platform
delivery food

Consiglio 3: adattare il menu da asporto!

Non offrire l’intero menu per il take-away, perché ben presto c’è il rischio di essere sopraffatti.

Sarebbe opportuno chiedersi: i piatti del menu si prestano tutti alla consegna? A seconda degli ingredienti o del metodo di preparazione, alcuni piatti, se previsti per il take-away, arriverebbero freddi o non più perfettamente appetibili a casa del cliente che ne rimarrà sicuramente deluso (e quindi sarà probabilmente un cliente perso). E, di conseguenza, non avrà certo una buona impressione del servizio.

Proprio per questo è bene adattare alcune ricette o predisporre un menu specifico, per il trasporto e l’eventuale riscaldamento del piatto, da parte del cliente, a casa sua.

Si consiglia di proporre un menu semplice, leggibile, limitato e coerente con la propria immagine. Precisare i consigli per riscaldare i piatti (in forno ecc.), i possibili allergeni o anche l’origine degli ingredienti, se la clientela è sensibile a una cucina sostenibile. 

Consiglio 4: adattare i prezzi

È essenziale calcolare i prezzi di vendita fuori dal ristorante in modo separato rispetto ai prezzi praticati al ristorante. Dopo avere predisposto un menu diverso, possono essere aggiunti i costi di consegna e i costi di imballaggio e trasporto. Il take-away nella ristorazione costa meno in termini di personale (servizio, cucina ecc.), ma prevede altri costi diversi che si devono considerare.

Il cliente si aspetta che un piatto da asporto sia venduto a un prezzo inferiore rispetto a quando lo consuma al ristorante, tenuto conto dell’assenza di servizio o dei costi connessi alla sala. Si dovranno quindi adattare i prezzi di conseguenza e selezionare sul menu proposte la cui preparazione costerà meno.

Consiglio 5: prestare particolare attenzione all’imballaggio

Scegliere correttamente gli imballaggi quando si opta per il take-away è fondamentale. Oltre a riflettere visivamente la qualità del ristorante e del suo servizio, devono anche essere in grado di proteggere e conservare i piatti. Non esitare ad acquistare imballaggi specifici per ogni tipo di piatto: la scatola per la pizza non va bene anche per un hamburger o un dessert, tanto per dire.

Adattarsi al contenuto: se le pizze hanno la loro tradizionale scatola di cartone, le minestre devono essere trasportate in scatole perfettamente ermetiche, i dolci possono essere protetti in piccole scatole di cartone e i gelati in vasetti adatti al congelatore. 

Non dimenticare che i clienti sono sempre più sensibili all’ambiente. Scegliere imballaggi di carta, bioplastica o legno, certamente un po’ più costosi, ma che risponderanno meglio alle esigenze in materia di qualità e contribuiranno a riflettere l’immagine di un’azienda attenta all’impatto ambientale

packaging

La vendita da asporto aumenterà i guadagni, almeno questo è l’obiettivo, corretto? Ma si dovrà essere in grado di elaborare preparare più ordini del solito. La prima domanda che ci si deve porre deve quindi essere: la cucina è in grado di gestire una domanda superiore? Potrebbe essere necessario acquistare attrezzature aggiuntive assumere più personale per gestire l’affluenza e questo nuovo business.

Da prevedere inoltre, se non si propone la consegna domicilio ma solo il ritiro in loco, di creare uno spazio di accoglienza e attesa dove i clienti potranno attendere senza disturbare i clienti presenti in sala.

Prendere in considerazione anche l’adozione di un software di cassa per semplificare la vita al proprio personale. Ci sono una varietà di strumenti che si possono personalizzare in base alle proprie esigenze. Le migliori casse per ristoranti trasmettono automaticamente in cucina gli ordini raccolti in sala, e non solo facilitano il servizio, ma automatizzano anche le prenotazioni online. Alcuni di questi software gestiscono anche gli ordini e semplificano la gestione del magazzino.

Consiglio 7: informare in merito a questo nuovo servizio

Non rimane infine che far conoscere il nuovo serviziotake-away”: utilizzare tutti gli strumenti di comunicazione, online o offline, a disposizione, ad esempio:

  • Creare o modificare il proprio profilo su Google Business
  • Aggiungere uno strumento di ordinazione online sul sito web, se disponibile 
  • Pubblicare comunicazioni dedicate sui social network 
  • Curare il menu di ordinazione online, aggiungendo foto invitanti, una breve descrizione dei piatti, istruzioni per la conservazione/riscaldamento e informazioni su possibili allergeni
  • Infine, inserire nelle consegne un menu e una breve nota di ringraziamento per fidelizzare i clienti e rendere il rapporto più umano nonostante l’assenza di contatto.

 

Se non si volesse perdere la tendenza del take-away per il ristorante o hotel, pensare da subito alla riorganizzazione della struttura e se necessario adattare le ricette. È possibile scegliere tra diverse formule che si adattano in base ai propri mezzi e alla propria clientela e si può fare affidamento su nuovi strumenti tecnologici - in particolare legati alla digitalizzazione - per poter fare leva su questa attività, in pieno sviluppo. Pronti, partenza, via!

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